
Quanto è impegnativo svuotare la mente? Pensiamo, ad esempio, a un armadio: ingombrante, scomodo e difficile da gestire. Diventa il nascondiglio di oggetti che non ci piacciono, accumulati in uno spazio sempre più stretto. Spesso non ci accorgiamo di quanto spazio stiamo occupando, fisicamente e mentalmente. Eppure, siamo costretti a trovare ordine in qualche modo, mossi da un imperativo: il dovere.
Liberarsi di oggetti o abitudini radicate è tutt’altro che semplice. Non è facile scegliere, che la decisione sia autonoma sia che venga imposta. Spesso continuiamo con le nostre consuetudini per comodità, o per il bene di chi ci sta a cuore.
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Le circostanze cambiano
Per fortuna, la vita va avanti e le circostanze cambiano. Nuove opportunità ci consentono di riflettere su ciò che è veramente un bene per noi. Ma allora, perché è così difficile prendere una nuova strada? Perché ci sentiamo bloccati?

Ci accorgiamo che c’è qualcosa di troppo, come con un armadio pieno, ma fatichiamo a svuotarlo del tutto. Dentro di noi, lo spazio è limitato, pieno di convinzioni che non cambiamo facilmente. Procediamo con approcci rodati e automatismi che ci rassicurano. Comunque, a volte un pensiero ci scuote: “Perché non ci ho pensato prima?”
Un nuovo approccio
Questa consapevolezza, per quanto positiva, rappresenta solo un inizio. Dire “Non mi piace” o “Non lo voglio più” è importante, ma non basta. Serve coraggio per liberarsi di ciò che ci appesantisce. Viviamo in un’epoca che ci spinge spesso a riflettere sul passato: quanto vale buttare via qualcosa che ci lega a ricordi o impegni a cui abbiamo dedicato una parte di noi?
Anche quando sentiamo che è necessario lasciar andare, trovare il coraggio non è immediato. Esistono oggi metodi “moderni” per evitare il confronto diretto: messaggi per concludere un rapporto, ghosting, o comportamenti simili, diffusi persino nei contesti lavorativi. Questi meccanismi nascono spesso dalla paura di sbagliare o dall’insicurezza.
Come lo spazio del computer
Il cambiamento richiede rispetto per noi stessi e fiducia nelle nuove esperienze. In questo, siamo simili alla tecnologia. Come un computer che si rallenta quando lo spazio è pieno, anche noi abbiamo bisogno di liberare spazio per continuare a funzionare bene.

Con un click possiamo cancellare documenti, applicazioni inutili e persino social network che non ci servono più. E, una volta iniziato, possiamo trovare piacere nel continuare a eliminare ciò che è superfluo.
Svuotare la mente dalle “cattive compagnie”
Svuotare la mente riguarda anche le persone. Lasciar andare qualcuno o uscire da un “circolo” è molto più impegnativo che disiscriversi da una newsletter. Ma dobbiamo restare focalizzati sul nostro obiettivo: creare spazio per noi stessi.
Ho già riflettuto sull’importanza di legami di qualità e valore nel articolo: “Relazioni d’amicizia”. Al contrario, i social ci riempiono di contatti che sono solo numeri. Confondiamo interazioni lavorative o commerciali con relazioni umane autentiche. Questo approccio è irrealistico e scientificamente infondato: è stato dimostrato che il numero massimo di legami personali che possiamo gestire è 150. Tutto il resto è “fuffa”.
In conclusione
Nonostante abbia vissuto i tempi in cui Facebook nasceva come strumento per ritrovare persone, oggi fatico a vedere l’utilità dei social. Non li trovo più divertenti, e sento il bisogno di alleggerirmi, liberando spazio per le cose che contano davvero.

Sia negli spazi fisici sia in quelli virtuali, la semplicità è diventata una sfida. Nonostante, con un click possiamo sgomberare e creare un nuovo ambiente per la nostra mente: uno spazio rinnovato dove accogliere novità o, semplicemente, lasciare l’aria circolare.
Svuotare la mente è un atto di coraggio, ma è anche un atto di amore verso noi stessi. E, come ogni cambiamento, inizia da un piccolo passo.
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Benvenuti, mi chiamo Veronica Petinardi, sono nata a Praga e anche se scrivo in italiano mi sono tenuta il mio “accento di lingua madre”. Pubblico articoli, narrativa e manuali sul sito Parole di legami. La mia specialità sono le parole, scrittura è la mia passione.