Il successo di un pianista di nome Tomáš Kačo si è materializzato nonostante la sua vita avrebbe potuto seguire una strada molto diversa. Tanto per cominciare è nato in una famiglia dove nessuno suonava il pianoforte. Papà Kačo però adorava la musica e desiderava che almeno uno dei suoi, dodici, figli lo suonasse.
Aveva comprato un pianoforte scordato che aveva pagato 60 corone (oggi circa 3 euro) e l’aveva posto nella seconda stanza della casetta in cui abitavano, dove non c’era nemmeno il riscaldamento. Poi aveva aspettato che uno dei suoi figli cominciasse a suonarlo.
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Pianoforte scordato, tre dita e tre accordi
L’aveva fatto il suo quarto figlio, Tomáš Kačo, all’età di cinque anni, utilizzando tre ditini. Produceva suoni. Probabilmente grazie al sangue caldo che scorreva da diverse generazioni nella sua famiglia, e anche per l’attitudine al “fare diversamente”. Aveva cominciato a suonare per gioco e aveva continuato, nonostante un inizio da autodidatta lontano dagli studi tradizionali. Insieme alla sua caparbietà questo si è trasformato nella sua forza.
Come primo insegnante è arrivato il papà di Tomáš, che gli ha passato il suo sapere musicale: i tre accordi LA minore, FA maggiore e MI maggiore, utilizzando solo tre dita. Per sapere dove fosse il LA degli accordi, Tomáš ricordava un puntino rosso che suo padre gli aveva disegnato con un rossetto sul relativo tasto.
La seconda scoperta era stata qualche programma televisivo dove suonavano il pianoforte con cinque dita, allora Tomáš, ormai l’autodidatta provetto, aveva pensato di poterlo imparare.
Successo di un pianista
Incastrare i suoi accordi da autodidatta con le tecniche dello studio “classico” rappresentava uno scoglio. Aveva vissuto la sua libertà musicale e non si aspettava che gli avrebbero insegnato a mettere un dito qua e un altro là. Dentro di lui combattevano i diversi metodi di esecuzione. Succedeva che Mozart, per esempio, ogni volta venisse diverso – e quando Tomáš racconta il “diverso”, intende con note diverse, che a lui non risultava strano.
Quando cominciò a domandarsi cosa avrebbe fatto dopo gli studi magistrali, una delle ovvie alternative, ovvero quella d’insegnare, non gli venne proprio naturale. Quindi prese l’aereo e andò a studiare al Berklee College of Music.
Tomáš Kačo, notevole livello artistico
Com’è la sua musica oggi? Il suo apprendimento originale e gli studi completati, l’interiore combattimento e la dubbiosità nella scelta del modo di suonare, l’hanno portato ad una continua sperimentazione. «La mia musica è una fusione», dice Tomáš sottintendendo l’unione di musica classica, jazz e delle sue origini: Rom.
Tomáš Kačo, oggi un famoso pianista, è nato in una famiglia rom, in una cittadina della Cechia. Il paese dove i figli rom a scuola ci vanno e le barzellette sugli zingari che non hanno voglia di lavorare hanno perso senso. Nell’ambiente rom, come in qualsiasi altro, nascono pure i virtuosi.
Se poi nella famiglia esiste la volontà di lasciar sbocciare le attitudini in libertà e nella società esiste davvero un terreno fertile, allora può benissimo succedere che un rom vada a suonare in giro per il mondo, i suoi concerti siano sold-out e lui viva a New York.
Il padre di Tomáš Kačo adorava la musica, da sempre, e desiderava che almeno uno dei suoi, dodici, figli suonasse il pianoforte. Per questo l’aveva comprato, per di più così conveniente. Sarebbe stato un peccato che rimanesse lì. Nella famiglia del papà Kačo nessuno suonava il pianoforte e lui aspettava solo chi lo avrebbe fatto: «Per diventare un pianista», diceva. Probabilmente questa era una sua fantasia, però, visto come è andata a finire, si può dire che il successo di un pianista l’abbia desiderato proprio tanto.
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Immagini:
Tomáš Kačo: YouTube
United from home – Josef Špaček – https://youtu.be/2mH60KoqczE
CREDITS | Foto in copertina di Petr Horník, Právo
Benvenuti, mi chiamo Veronica Petinardi, sono nata a Praga e anche se scrivo in italiano mi sono tenuta il mio “accento di lingua madre”. Pubblico articoli, narrativa e manuali sul sito Parole di legami. La mia specialità sono le parole, scrittura è la mia passione.