San Salvario un quartiere torinese

Ho dovuto interrompere l’Odissea del Trasloco 2024 per dare voce a un grido che mi tocca profondamente. San Salvario un quartiere torinese in cui abbiamo vissuto per otto anni, è oggi l’ombra di ciò che era. La sua trasformazione, uno dei motivi principali che ci ha spinto a traslocare, è diventata un’agonia. Le notizie recenti su questo quartiere mi lasciano un misto di rabbia e dolore.

San Salvario sta morendo. Abbiamo deciso di andarcene non per capriccio, ma per una necessità interiore. Era diventato impossibile vivere circondati dal degrado, dalla sporcizia e da una vita notturna che si protraeva fino all’alba. Abbiamo tentato di resistere, ma alla fine abbiamo capito che l’unica soluzione era andarsene. Per chi rimane, la situazione è solo peggiorata. L’impegno di chi ancora lotta contro questo degrado è da ammirare, ma temo che le loro speranze siano destinate a naufragare

La droga, sintomo di un male profondo

La droga è la triste conclusione di una lunga catena di problemi lasciati a marcire. Non sorprende che gli abitanti cerchino disperatamente di attirare l’attenzione sul crescente traffico di stupefacenti. Ma questo è solo un sintomo di un malessere più profondo, di un quartiere che non è più un luogo di vita, ma di sopravvivenza. Le leggende di un San Salvario vivace e pittoresco sono ormai un ricordo sbiadito. Oggi è un quartiere in caduta libera.

La disperazione della vita quotidiana

La nostra filosofia di adattamento e resilienza è stata spazzata via dal cambiamento inarrestabile del mondo intorno a noi.

Durante il Covid, abbiamo cercato conforto nelle piccole cose, ma il virus ha solo accelerato il degrado. Laddove una volta si vedeva un quartiere vivace e multietnico, oggi ci si trova immersi in un mare di disperazione. I nuovi locali non hanno portato una rinascita, ma solo un ulteriore peggioramento della situazione.

Il degrado come specchio della società

Il degrado di San Salvario è lo specchio di una società che non ha voluto affrontare i propri problemi. La “vivacità pittoresca” di un tempo è stata rimpiazzata da sporcizia, odori nauseabondi e una violenza latente. Chi è rimasto, chi una volta ci credeva, si trova oggi a fare i conti con una realtà amara e senza speranza.


La rabbia e frustrazione

Gli abitanti di San Salvario sono arrabbiati, e ne hanno tutte le ragioni. La paura del Covid è stata sostituita dalla paura del loro stesso quartiere. Le strade sono diventate teatro di scontri, urla e pianti, con la droga che scorre liberamente. E mentre i bambini crescono in questo inferno, gli anziani vivono isolati in un contesto che peggiora di giorno in giorno.

Le vie d’uscita non esistono più. Le regole di convivenza civile sono state gettate al vento. Il quartiere è abbandonato a se stesso, un luogo dove il degrado è la normalità. Le strade sono costantemente sporche, i rumori incessanti. Anche il tentativo di pulizia sembra solo un altro fastidio, l’ennesima conferma di un quartiere ormai perso.

La decisione di andarsene

Noi abbiamo deciso di lasciare San Salvario. Dopo anni di tentativi falliti di migliorare la situazione, abbiamo dovuto accettare che non c’era più nulla da fare. Ci dispiace per chi è rimasto, per chi non ha la possibilità di andarsene. Ma a un certo punto, bisogna saper dire basta.

Due esperienze personali mi hanno fatto riflettere profondamente. La prima, vedere un uomo disperato a cui veniva portato via il suo cane, l’unico legame affettivo che aveva. La seconda, un giovane che, dopo aver perso un amico per la droga, è finito per chiamare “fratello” lo stesso pusher che aveva rovinato la sua vita. Questi sono solo due esempi di come la comunicazione e la solidarietà siano andate in frantumi in questo quartiere.

San Salvario un quartiere torinese

San Salvario è un simbolo di ciò che accade quando una comunità viene abbandonata a se stessa. La rabbia degli abitanti è palpabile, ma il vero problema è l’indifferenza di chi potrebbe fare qualcosa. Finché non ci sarà un cambiamento reale, questo quartiere continuerà a essere un luogo di disperazione.

La situazione richiede un intervento deciso e coraggioso, qualcosa che finora è mancato. Ma senza una svolta, San Salvario è destinato a sprofondare ulteriormente nell’oblio.

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