Il modo in cui ci rivolgiamo agli altri non è mai casuale: le parole che scegliamo attivano un preciso sistema di comunicazione. Dal dando del Lei anziché del “tu”, si comprende subito il tipo di approccio che si intende instaurare con il prossimo. Dare del “Lei” non è solo una formalità, ma un modo per comunicare rispetto e educazione. Scopriamo insieme come questa usanza si declina in diverse culture.
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Una prospettiva storica e culturale
In passato, come oggi, dando del lei è stato spesso un segno distintivo delle gerarchie sociali. In Germania, con il marchio Volkswagen, in Italia con la Fiat o in Cechia con la Škoda, le grandi industrie del secolo scorso erano lo specchio di una società fortemente strutturata. I padroni delle fabbriche erano al vertice, mentre gli operai sottostavano a una rigida gerarchia. All’epoca non solo si dava del “Lei”, ma ci si inchinava persino davanti ai proprietari, riconoscendo implicitamente il loro potere e il ruolo fondamentale che giocavano nel garantire il lavoro e il sostentamento.
Oggi, benché le dinamiche sociali siano cambiate, dare del Lei rimane una forma di rispetto imprescindibile in contesti formali. Ai membri di un consiglio di amministrazione, ad esempio, difficilmente ci si rivolge con il “tu”, indipendentemente dal paese.
Russia – un equilibrio tra tradizione e modernità
Nell’ex Unione Sovietica, l’ideologia collettivista proclamava l’uguaglianza tra i cittadini, ma il rispetto per le gerarchie era sempre presente. Questo si riflette ancora oggi nella Russia contemporanea: nel contesto lavorativo e formale, si usa il “Lei” anche con i giovani adulti, una volta raggiunta la maturità.
Dare del “tu” a una persona estranea, senza un legame confidenziale, è considerato segno di maleducazione. Al contrario, in ambito privato o familiare, il “tu” è riservato ai rapporti più stretti, riflettendo una netta distinzione tra sfera personale e pubblica.
Italia – tra tradizione e social media
In Italia, il “Lei” ha sempre avuto un ruolo importante. Tuttavia, con l’avvento dei social media, l’abitudine di rivolgersi a tutti con il “tu” si è diffusa rapidamente, come se fossimo tutti vecchi amici cresciuti nello stesso quartiere. Oggi è comune sentir dire: “Mi dia pure del tu”, una richiesta che, sebbene fatta con buone intenzioni, può mettere in difficoltà chi preferisce mantenere un approccio formale.
Nel periodo fascista, dando del Lei era addirittura vietato: nel 1938 fu imposto l’uso del “voi”, un retaggio che ancora oggi persiste in alcune regioni italiane. Questa oscillazione tra tradizione e modernità evidenzia quanto il linguaggio rifletta i cambiamenti culturali e politici.
Il caso dell’inglese – un rispetto implicito
In inglese, l’assenza di una distinzione tra “tu” e “Lei” può confondere chi proviene da culture che danno grande importanza a queste forme. Sebbene il pronome “you” sia usato per entrambe le situazioni, il rispetto è sottinteso dal contesto e da formule di cortesia specifiche. Per esempio, l’uso del titolo (Mr., Mrs., Dr.) e del cognome sottolinea il rispetto, mentre l’uso del nome proprio segnala una relazione più confidenziale.
Corea – tra età e gerarchie
In Corea, il linguaggio è strettamente legato alla gerarchia e all’età. Esistono tre principali livelli di comunicazione: informale, formale e onorifico. L’età del proprio interlocutore è fondamentale per determinare il registro da utilizzare.
- Informale: Riservato ai rapporti stretti e alle persone più giovani.
- Formale: L’equivalente del nostro “Lei”, usato con conoscenti, commessi, adulti di maggiore età . . .
- Onorifico: Un registro ancora più rispettoso, impiegato in ambito lavorativo o con persone di alto rango.
Questo sistema complesso dimostra quanto il linguaggio sia un mezzo per esprimere rispetto e posizionamento sociale.
Cechia – il rispetto dando del lei
In Cechia, il “Lei” è la norma, anche sui social media. Dare del “tu” è riservato ai messaggi privati o ai rapporti consolidati. Qui, l’influenza storica dell’impero sovietico ha lasciato un’impronta profonda: la gerarchia è ancora percepita come qualcosa da rispettare, e il “Lei” è un modo per riconoscere la posizione sociale e l’impegno dell’altro.
Curiosa è la saggezza popolare ceca: “Ti do del tu, così è più facile mandarti a quel paese” o “Con il Lei non si riescono a usare le parolacce”. Questi detti sottolineano come il linguaggio influenzi persino l’emotività e le interazioni più accese.
A questo punto non possiamo che parlare della
Sfida del rispetto online
Una delle sfide principali dell’era digitale è mantenere il rispetto reciproco in un contesto dove l’informalità dilaga. Nei commenti ai post o nelle discussioni sui forum, l’uso del “tu” è spesso accompagnato da una maggiore propensione all’aggressività. Questo fenomeno, noto come flame o trolling, dimostra che l’abbandono delle formule rispettose può facilitare una comunicazione più impulsiva e, in alcuni casi, violenta.
Al contrario, in contesti dove il “Lei” viene usato, come nei forum specializzati o nelle comunicazioni istituzionali, si percepisce spesso un’atmosfera più civile e pacata. Qui, il linguaggio formale aiuta a mantenere un dialogo più rispettoso e disciplinato.
Nel contesto digitale, il “tu” ha senz’altro reso le interazioni più immediate e inclusive, ma ha anche sollevato il rischio di una perdita di rispetto nelle relazioni. Recuperare l’importanza del “Lei” in determinati contesti, come nelle comunicazioni professionali o nei dibattiti pubblici, potrebbe aiutare a ristabilire un equilibrio tra modernità e tradizione.
Ecco alcune idee per promuovere un linguaggio rispettoso online:
- Regole di netiquette: Educare gli utenti all’uso appropriato del linguaggio, distinguendo tra contesti formali e informali.
- Esempi virtuosi: Promuovere l’uso del “Lei” da parte di aziende, istituzioni e influencer, per dare il buon esempio.
- Personalizzazione: Adattare il linguaggio al pubblico di riferimento, senza mai rinunciare alla cortesia.
Conclusione – Il valore del rispetto nel linguaggio
Dare del Lei non è solo una questione linguistica, ma un modo per riconoscere il valore dell’altro e mostrare educazione. Tuttavia, oggi si osserva una crescente spavalderia nella comunicazione, che porta a una svalutazione delle forme rispettose. Questa perdita rischia di alimentare un clima di aggressività, aprendo la strada a comportamenti ancora più gravi.
Salviamo il rispetto
Recuperare l’importanza del “Lei” significa anche valorizzare il dialogo civile e il rispetto reciproco. Dopotutto, le parole che scegliamo sono il primo passo per costruire relazioni basate sulla stima e sulla considerazione.
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Benvenuti, mi chiamo Veronica Petinardi, sono nata a Praga e anche se scrivo in italiano mi sono tenuta il mio “accento di lingua madre”. Pubblico articoli, narrativa e manuali sul sito Parole di legami. La mia specialità sono le parole, scrittura è la mia passione.