Ricordare Rosinka "Uvetta"

Dicono che ci siano delle fasi precise nel processo di elaborazione di una perdita. Però è anche vero che prima di tutto bisogna lasciarsi affogare dentro la propria perdita. Ricordare fa male, e non sai mai come reagiremo o come la vedremo in seguito.

Ad esempio, avevo un’amica che usava spesso la frase: «Così non funziona», raramente fornendo consigli costruttivi. Forse era perché aveva trascorso tutta la vita seguendo regole rigide. Non siamo rimaste amiche, ed è triste che questo sia il ricordo predominante di lei.
Invece, Rosinka è tutta un’altra storia.

Dicono di aggrapparsi ai ricordi dopo la perdita, dicono, ma è necessario farlo con cautela perché ci sono passaggi fisici che rendono difficile ricordare chiaramente. Il dolore è così intenso. Forse solo in questi momenti ascoltiamo veramente il nostro corpo. Sentiamo il dolore in ogni parte di esso, così tanto che perdiamo il controllo. Non ragioniamo, sappiamo solo di stare male e permettiamo al dolore di impadronirsi completamente di noi. A volte, persino le gambe non vogliono reggere il peso del corpo. Allora ci sediamo da qualche parte e piangiamo, indifferenti al mondo che continua a girare intorno a noi.

La gente, specialmente in momenti così dolorosi, comprende al volo. Anche solo uno sguardo veloce coglie la nostra postura e i muscoli facciali, rivelando la sofferenza che proviamo. E noi, che abbiamo perso un membro della nostra famiglia piangiamo. Noi, due corpi che soffrono e si sostengono a vicenda mentre tutto se ne va.

È stata una notte lunghissima, cercando di chiudere gli occhi per evitare di vedere e sentire la dura realtà. Sì, erano gentili, se riuscivi a trovare una certa sensibilità nel contesto della professione medica. Usavano parole caute, ma dovrebbero dovuto essere ciechi e sordi per non capire che noi non riuscivamo a parlarne. Stringevamo la speranza di trovarci in una clinica che avrebbe potuto guarire la nostra Rosinka.
Ma per quello che siamo state lì, non eravamo preparate, non volevamo accettare che quel luogo fosse inutile per noi.

Rosinka

Perché ci venivano a dire che dovevamo porre fine alle tue sofferenze? Noi non volevamo una fine, volevamo che tu guarissi!
Che notte orrenda. La nostra disperazione, i tuoi dolori!
I nostri pensieri erano bloccati come in un fermo immagine che fissavamo senza la volontà di agire. La sensazione di impotenza è un macigno. Ti riempie e logora. Lo senti dentro, sai che è lì, ma a cosa serve sapere?

Volevamo una soluzione dove non c’era spazio pe la negoziazione. Non potevamo perderti, facevi parte della nostra famiglia! Sapevamo solo piangere e abbracciarci forte, aspettando che anche questo tifone che si era scagliato contro di noi, in qualche modo passasse . . .

Ricordare Rosinka "Uvetta"

Sono dovuti passare mesi. Un’enorme tristezza, pianti improvvisi, decisioni prese in modo insensato. Come quella di far sparire tutte le tue cose. Le abbiamo impacchettate e portate in soffitta. Forse, in futuro, qualcuno ne avrà bisogno.

Ti vedevamo ancora, ogni tanto negli angoli, sulla terrazza. Come tiravi il guinzaglio davanti al negozio per gli animali. Piangevamo ancora, con i ricordi flash che cominciavano emergere e il dolore che si attutiva. Ogni tanto prendevamo coraggio di parlare di te, di ricordare, ma era ancora presto e le lacrime tornavano. Abbiamo iniziato a respingere il dolore, la paura della sua ricomparsa ci bloccava.

Elaborazione di una perdita

Le settimane passavano. Continuavamo le passeggiate senza di te. Abbiamo affrontato il Parco Valentino dove correvi così tanto da attirare l’attenzione dei passanti. Poi siamo andati in luoghi dove invece i cani non sono ben accolti. Posti inaccessibili o dove non ti portavo più perché ormai stavi male.
Abbiamo fatto il primo viaggio dopo gli anni, senza la pianificazione accurata per la tua partecipazione. Un volo d’aereo, che non abbiamo più preso, perché ti spaventava.

Abbiamo iniziato a pensare a noi stesse. Eravamo in qualche modo responsabili? Non avevamo fatto abbastanza perché tu potessi rimanere con noi più a lungo? Eri la nostra pet therapy, la nostra amica, ci hai aiutato così tanto nelle nostre difficoltà. Insieme abbiamo superato il Covid!
Forse la veterinaria non ha fatto abbastanza?
Il mondo è stato contro di noi?!

Ricordare Rosinka

Sono dovuti passare i mesi. Anche se avevamo messo le tue cose in soffitta, l’internet, come si sa, conserva tutto. Le tue foto, i video di te e con te. Cara Rosinka, la nostra star di “Un cane a Torino”.
Cercavamo di tenere le distanze, ma il sovrano Google restava con te, mandandoci ogni tanto un promemoria: “ti ricordi”? Certo che non ti abbiamo mai dimenticate, eravamo fragili e dovevamo lasciare che il tempo facesse il suo corso . . .

Poi abbiamo potuto ricordare, con nostalgia e un sorriso. Il tuo primo viaggio da Praga, piccolina e spaventata, ma ti sei integrata presto nel tuo nuovo ambiente. Avevi il tuo posto preferito vicino al camino, un grande giardino e tutti ti volevano bene . . .

Ricordare Rosinka "Uvetta"


L’altro importante viaggio è stato il trasloco a Torino. Una macchina piena e tu tra le mie braccia. Ti abbiamo spiegato che dovevi imparare stare in luoghi nuovi e tu ci aspettavi quando tornavamo a casa. Eri accanto a noi quando le persone a cui volevamo bene ci ferivano. Eri lì con noi mentre esploravamo la nuova città, trovavamo la casa con un bel terrazzo e un grande parco vicino.
Abbiamo fatto i nostri viaggi, ci siamo sostenute a vicenda. Tu eri la nostra compagna, conosciuta da tutti. Eri allegra, vivace e così affettuosa. Ti volevamo molto bene e tu ricambiavi.

E poi è arrivato il tuo ultimo viaggio dopo una lunga malattia. Sono finite le medicine, i controlli medici da fare, un altro respiro, la scaletta per salire sulla poltrona. Gli spaventi, il tempo che ci stava ancora con noi, e poi la perdita di voglia di camminare e di mangiare . . .
È stato insopportabile, devastante e non volevamo lasciarti andare perché non potevamo fare più nulla.
Ma dovevamo lasciarti partire per il tuo ultimo viaggio.
E noi dovevamo percorrere una strada diversa per ricordarti senza dolore, solo con amore.
Grazie di tutto Rosi. Siamo state fortunate ad averti.

Ciao, piccolina dagli occhi a forma di uvetta, rimarrai sempre nei nostri cuori.

Veronica e Ludmila

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