Nuove idee

A Torino, ad un certo punto, non ero più felice e sentivo di aver esaurito tutte le nuove idee per cambiare il mio stile di vita. Ci ho provato in diversi modi, ma per troppo tempo cercavo di cambiare ciò che non funzionava.
Pensavo di risolvere tutto continuando a spostare i mobili per cambiare aspetto all’appartamento. Lo facevo spesso, perché ogni soluzione si rivelava presto insoddisfacente come la precedente. Anche cambiare i colori perdeva attrattiva.

Ho capito poi che agivo così per restare al “calduccio” nella cosiddetta comfort zone. Potevo continuare a tinteggiare, verniciare, colorare, dipingere e creare un design interno sempre diverso, ma senza affrontare la radice del problema.

Nuove idee

Attuavo cambiamenti superficiali, concentrando l’attenzione e l’energia su cose che sapevo di poter migliorare, pur essendo consapevole di problemi più profondi, irrisolvibili.
Quei problemi, dei quali a malapena ero cosciente, disturbavano e rendevano la mia vita incompleta. Anche se li ignoravo, il fastidio persisteva, perché le cause – molteplici e stratificate – erano lì.

È quasi ironico: più ti impegni a risolvere i problemi minori, senza grandi risultati, più cresce la consapevolezza di quelli realmente irrisolvibili.

Individuare i problemi che si sono ingigantiti

Per intenderci, vivere in città può essere comodo, soddisfacente o anche divertente. Purtroppo, con il passare degli anni, i motivi per restare possono diminuire, mentre crescono le ragioni per andarsene.
Nuovi disagi vanno a schiacciare le ragioni che, una volta, rendevano piacevole vivere a Torino. Dieci anni fa, per esempio, era una città divertente, ma oggi sembra più triste, disordinata e sporca. Si può incolpare di questo cambiamento vari fattori, oppure anche noi stessi.

Ho cercato di fare la mia parte: non parlo solo di seguire la raccolta differenziata o di fare volontariato, ma anche di diventare la “inquilina modello”. Comunque, nel bene e nel male, finivo sempre per chiudermi in casa con i miei colori.

Perché ci sarà sempre qualcosa di irrisolvibile

Ogni giorno, uscendo dalla “mia casa”, mi ritrovavo in una città frenetica, in un ambiente caotico appesantito da disservizi e soluzioni sempre rimandate. Un’aria irrespirabile mi ricordava che Torino è una delle città più inquinate, e all’orizzonte c’era un’altra estate soffocante.

Nuove idee


Mentre cercavo di regolare il respiro, affioravano nella mia mente i ricordi di un’Italia di tanti anni fa, a misura d’uomo, dove le persone si socializzavano faccia a faccia. C’erano trattorie in vecchio stile, dove si abbondava con cibi genuini e semplici.

All’epoca, si camminava tra borgate medievali e parchi puliti, dove trovavi persone di tutte le età, anche di sera. E quando andavi al mare, non vedevi rifiuti galleggianti.
Ero disillusa dalla vita di città, dall’indifferenza delle persone. Facevo parte di quel gruppo di persone che preferiscono restare in casa per non affrontare il degrado urbano.

I pensieri negativi si accumulavano, rendendo il presente – con tutti i suoi problemi – sempre più opprimente. Alla fine, però, il mio senso di soffocamento mi ha portato a dire basta.

Prima di dire basta, dovevo stancarmi davvero

Non riuscivo più a respirare. Quante volte sono caduta per le strade dissestate, e quante altre persone ho visto cadere? Quando ho visto per l’ultima volta ordine e pulizia? Non riuscivo più ad apprezzare quei piccoli cambiamenti realizzati grazie a persone che ancora lottano per migliorare le cose. A loro va il mio rispetto, ma io non ce la facevo più. Così, ho deciso di fuggire dalla città.

Si dice che quando qualcosa non funziona bisogna cambiarla, e quando il punto di vista non soddisfa, bisogna cambiare posizione.
Anche il rincaro della vita ci affligge tutti. Possiamo risparmiare, gestire meglio casa, cibo e vestiti, rinunciare alle vacanze. Nonostante tutto, l’aumento dell’affitto diventa un problema insormontabile, influendo sul nostro stile di vita.
Questo costo sproporzionato fa sì che l’affitto diventi una priorità, a discapito di tutto il resto. Il problema non riguarda solo il rallentamento economico, ma anche la mancanza di possibilità di scegliere liberamente di restare in città a condizioni accettabili.

Nuove idee

Ogni nuovo inizio parte da vecchi conflitti irrisolti

Ringrazio quel grande ostacolo, di cui parlo negli articoli della serie “Odissea trasloco”, perché mi ha costretto a spostare il mio punto di vista, e la soluzione è arrivata da sola.
Ogni volta che uscivamo dalla città per esplorare nuove zone, in cerca di un luogo dove vivere con spazi aperti, mi sentivo già meglio in mezzo alla natura, respirando aria pulita. A pochi chilometri di distanza, l’aria era già profumata e i colori della natura mi rigeneravano.

Nuovo ambiente, nuove idee

Anche se continuo a credere che la casa debba essere funzionale, i cambiamenti interni si sono limitati al necessario per tinteggiare i muri. Ci siamo costruite qualche mobile nuovo, e abbiamo organizzato la casa con calma, perché il caldo e la stanchezza fisica ci hanno tolto energie.

Un altro concetto da rivalutare è l’attenzione verso gli interessi personali, trascurati negli ultimi tempi a causa dello stress per la ricerca della casa. Abbiamo pagato il prezzo anche a livello nutrizionale, così come le mie piante, delle quali sono riuscita a portare con me solo pochi esemplari.

Riprendere fiducia nelle persone

A Torino avevo una vita sociale vivace, poi il Covid ha “sfoltito” le nostre amicizie. Molti si sono trasferiti all’estero, altri in altre province. Fortunatamente, noi siamo rimaste attive, sia con il lavoro sia con i nostri “colori”, che sono diventati più di un semplice hobby.

Nuove idee


Non ci siamo legate a un luogo, anzi: il trasloco è stato dolce, portando con noi solo ciò che ci piace e serve davvero. Ora, la nostra nuova casa fuori porta si sta lentamente adattando alle nostre esigenze. Qui, fuori da Torino, siamo circondate da verde e ordine.

Le persone qui in campagna si mostrano curiose, fanno domande e osservano. Mi è sembrato di rivivere l’esperienza di quando arrivai in Italia tanti anni fa. Mi adatterò, ne vale la pena: trovarsi di fronte alla curiosità equivale a sentirsi accolti.

Conclusione – cambiare stile di vita

Non vivo per un affitto esorbitante, ma per me, per la mia felicità. Gli ultimi anni mi hanno fatto dimenticare un po’ la mia ricerca del benessere. Qui, il silenzio mi aiuta a riflettere e a meditare.
Devo ancora lavorare per abbandonare vecchie abitudini e sostituirle con soddisfazioni più autentiche. Riscoprire il piacere di stare tra la gente, costruire rapporti di fiducia. È un processo lungo e non facile, ma ora vedo le montagne all’orizzonte di giorno, e le stelle brillare di notte.

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Categorie: Emozioni
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