Come ho anticipato nell’articolo precedente, in questa Odissea trasloco, il ruolo delle agenzie immobiliari è stato centrale. Senza di loro, un trasloco vero e proprio non sarebbe stato possibile.
Contenuti
Dai proprietari, intermediario, alle agenzie
Rispetto a qualche anno fa, i proprietari oggi sono sempre più riluttanti ad affittare direttamente e preferiscono affidarsi ad agenzie o intermediari. I loro tempi per organizzare visite sono lunghissimi, e spesso bisogna insistere per essere ricontattati. Durante le visite, sono generalmente disponibili e forniscono informazioni utili, ma è chiaro che, finché non vedono le garanzie necessarie, la trattativa non può iniziare.
Diversamente, l’intermediario, un libero professionista incaricato dal proprietario, parla molto, consapevole della necessità di “vendere” l’immobile. Questo atteggiamento lo rende empatico, facendolo sembrare comprensivo delle vostre esigenze. Comunque, alla fine, si congeda suggerendo di seguire la solita procedura, quasi fosse una questione di poco conto. Purtroppo, questa sensazione si conferma quando chiede di inviare tutto su WhatsApp, promettendo di trasmettere subito il tutto al proprietario.
Forse siamo state sfortunate, ma abbiamo incontrato troppi casi simili per pensare che i nostri fossero episodi isolati. Purtroppo, la verità di cui abbiamo parlato nel primo capitolo di questa “Odissea” è che trovare trilocali era un’impresa, soprattutto se si cercava di evitare le agenzie, che contattavamo solo raramente.
Questo perché ci siamo imbattute in agenzie che parlavano al telefono mentre interagivano con noi o che vendevano banche dati di persone con le case da affittare. I loro uffici erano minuscoli, e spesso non erano nemmeno registrati come agenzie immobiliari. Sul web si distinguevano per dichiarare di offrire servizi, non mediazione. Oltre a chiedere soldi in anticipo, pubblicavano foto rubate da agenzie o privati che affittavano direttamente.
Dopo aver incontrato tanti personaggi “particolari” durante la ricerca di un appartamento, ci siamo arrese. Non potevamo fare a meno di rivolgerci a un’agenzia immobiliare, abbandonando altre opzioni.
Chiarezza delle agenzie immobiliari?
Ci aspettavamo porte spalancate di fronte a noi, come nuovi potenziali clienti, ma spesso ci siamo imbattute in risposte secche, come se stessimo disturbando. Sembrava quasi che non avessero voglia di prendere i nostri soldi. Ci dicevano di ripassare più avanti, magari tra un mese. Questa stessa risposta l’avevamo già ricevuta all’inizio della nostra ricerca. Dopo due mesi di nulla, abbiamo iniziato a sentirci noi in difetto.
Abbiamo ascoltato molte frasi di sufficienza solo perché chiedevamo, ad esempio, il riscaldamento autonomo. Quante volte ci siamo trovate di fronte a metrature diverse da quelle indicate o risposte vaghe come “circa”, “è un bilocale abbondante” o “non lo so”. Pensavamo sempre che fossimo noi a confondere gli annunci, a fraintendere le informazioni ricevute per telefono.
Le sorprese durante le visite
Anche quando ci trovavamo di fronte a situazioni assurde, come spese condominiali per un giardino pendente e inutilizzabile, o un appartamento al piano terra, ideale per il trasloco ma senza isolamento termico, ci sentivamo colpevoli di non aver chiesto prima informazioni che ci venivano fornite solo durante la visita.
Cercavamo le agenzie che operavano nelle zone che consideravamo potenziali per trovare la nostra casa ideale. Non pretendevamo seduta stante, ma speravamo almeno di essere prese in carico per una ricerca. Solo un paio di volte ci è capitato di poter lasciare i nostri dati di contatto, ma nessuno ci ha mai richiamato.
Scrematura scellerata
Questo non faceva che aggiungere stress alla nostra mappa mentale. Che si trattasse di un colloquio in agenzia o di una telefonata basata su un annuncio online, ci trovavamo di fronte a una frettolosa scrematura. Non c’era spazio per un confronto, e sentivamo la mancanza di una mediazione equilibrata tra gli interessi di chi cercava una locazione e chi la offriva.
Le file davanti alle case confermavano la corsa ai numeri. Noi eravamo solo una percentuale incassata alla firma del contratto. Mi stressa il fatto che voi, agenti immobiliari, dobbiate coprire le vostre spese. Ma io sono disposta a pagarle, e voi mi trattate come un numero? Dov’è finita la professionalità e l’etica dell’agente immobiliare?
I requisiti dell’agente immobiliare
Chiariamo una cosa: l’attività di agente immobiliare in Italia non è libera, ma soggetta a una serie di requisiti dell’agente immobiliare previsti dalla legge. Sono le condizioni obbligatorie insieme allo studio e gli esami necessari per ottenere un “patentino” e l’iscrizione al registro immobiliare. Senza questi, non si può svolgere l’attività di agente/mediatore. Inoltre, l’agente deve seguire un codice etico, fornendo consulenza esaustiva e assistendo nel processo di negoziazione dei termini del contratto, oltre a facilitare la comprensione dei diritti e doveri derivanti dalla locazione.
Deve anche essere capace di immedesimarsi nelle emozioni delle parti coinvolte. Queste garanzie dovrebbero permettere di affrontare una trattativa con un’agenzia immobiliare con serenità.
La reputazione dell’agenzia immobiliare
Non eravamo motivate a prendere un impegno per un contratto di diversi anni in condizioni così carenti. Non si trattava solo di rinunciare alle nostre richieste o di trovare immobili che non corrispondevano a foto e descrizioni: questi erano solo la punta di un iceberg. Il problema principale era evidente già dall’accoglienza. Solo una volta abbiamo avuto l’impressione di essere accolte con il tappeto rosso.
Se un’agenzia non capisce che entra non solo un potenziale cliente, ma anche un possibile tramite per gli clienti futuri, commette un grave errore. Senza questo elemento fondamentale, il patentino, per quanto indispensabile, servirà a poco per la prosperità dell’agenzia.
Abbiamo accumulato stress, trovato informazioni carenti o fuorvianti, visto foto che non corrispondevano alla realtà, faticato a contattare le agenzie e visitato case al di sotto delle descrizioni. Ci hanno dato moduli da compilare, ma non consulenza. Tutti fatti che potrebbero essere contestati nelle sedi appropriate.
Nella maggior parte dei casi, non abbiamo rilevato un trattamento equo tra le parti e per quanto riguarda la fiducia, preferisco non approfondire ulteriormente le disfatte reputazionali.
Il nostro tempo stava per scadere
A parte di poche eccezioni, il servizio offerto dalle agenzie ci sembrava insufficiente. Eravamo esauste, e nonostante l’esperienza nell’acquisto di una casa ci avesse insegnato molto, abbiamo deciso di cambiare completamente strada.
Avremo deciso di rispondere ad alcuni annunci di privati che offrivano gli affitti transitori, con opzioni tra un anno oppure per 18 mesi. I problemi si erano dimezzati: niente cauzione, niente spese condominiali, niente percentuale di mediazione. Pensavamo al più semplice possibile, pagando magari un anno intero o semestralmente. Questi problemi non esistevano più, ma non era quello che contava per noi.
La decisione più importante che abbiamo presa era di trasferirci in provincia, fuori città. Lasciare finalmente San Salvario, abbandonare offerte assurde e respirare aria più pulita. Questo segnalava un cambiamento davvero significativo. Non si trattava di spostarsi da un quartiere, di avere una metratura sufficiente, di pagare un prezzo adeguato allo stato della casa, di avere ogni comodità a portata di mano…
Nel prossimo capitolo Odissea trasloco 4
Parleremo del nostro cambiamento radicale, a dimostrazione che non tutti i mali vengono per nuocere.
Quando abbiamo rinunciato all’acquisto della casa, non è stato perché non potevamo farlo, ma perché non ci sentivamo ancora pronte. Abbiamo iniziato a vedere l’acquisto di una casa da una prospettiva diversa. E questo è avvenuto perché abbiamo scoperto un modo diverso di trattare con le persone.
La comunicazione non era frenetica, le persone sorridevano e dedicavano il loro tempo con gentilezza. Abbiamo trovato un ambiente immobiliare accogliente, e anche noi, dopo la strada tortuosa che abbiamo percorso, ci sentivamo diverse. Qualunque fosse stato il risultato, siamo diventate più forti e pronte ad affrontare un cambiamento radicale.
Speriamo che questo vi aiuti in un percorso simile, senza dover soffrire come abbiamo fatto noi, e senza dover affrontare tutte le prove dal vivo a cui ci siamo sottoposte.
- Articoli correlati:
Trasloco a Torino: Un’Odissea nel 2024 - L’acquisto della casa? Odissea trasloco 2
Link esterni:
Benvenuti, mi chiamo Veronica Petinardi, sono nata a Praga e anche se scrivo in italiano mi sono tenuta il mio “accento di lingua madre”. Pubblico articoli, narrativa e manuali sul sito Parole di legami. La mia specialità sono le parole, scrittura è la mia passione.